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Un Pantheon naturale con un diametro di quaranta metri, composto da due cerchi concentrici di pioppi e salici bianchi, all’interno della riserva del fiume Aniene a Roma. È l’opera di land art dell’artista capitolino

È stato un lungo processo partecipativo che ha coinvolto cittadini, ambientalisti e ricercatori quello che ha portato alla realizzazione dell’Aula Verde, l’opera di land art ideata dall’artista e ingegnere specializzato in sostenibilità ambientale Andrea Conte, in arte Andreco e che da aprile sorge a Roma dentro alla riserva del fiume Aniene. Un Pantheon naturale con diametro di quaranta metri, composto da due cerchi concentrici di pioppi e salici bianchi, che prenderà forma nel tempo come luogo di studio e infrastruttura verde. L’opera è stata infatti realizzata insieme a membri del Cnr, delle Università La Sapienza e Roma Tre e l’associazione Insieme per l’Aniene Onlus, in modo che gli alberi che la compongono costituiscano uno spazio fruibile, ospitando gruppi come è avvenuto il 18 settembre con il trekking scientifico di conoscenza qui organizzato da CNR-IRET e Insieme per l’Aniene Onlus, ma anche un filtro che porterà benefici al flusso inquinato del fiume, agendo sulle acque di piena e su quelle meteoriche.

L’approccio con cui l’Aula Verde è stata ideata è quello delle nature-based solutions, che utilizza processi naturali per risolvere i problemi generati dall’impatto antropico, come le infrastrutture verdi per la gestione delle acque, la fitodepurazione e il cosiddetto verde tecnologico per la mitigazione delle temperature e da tempo caratterizza il lavoro di Andreco, che, sia come artista che come ricercatore, tenta di promuovere un punto di vista «non antropocentrico ma ecocentrico».

I benefici che l’opera avrà per l’ecosistema in cui è inserita in termini di qualità dell’acqua e dell’aria, mitigazione delle temperature e riqualificazione del verde ripariale, vengono calcolati da un software e sono il risultato di un percorso iniziato l’anno scorso dall’artista all’interno di Flumen, Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma. Il progetto triennale, coordinato dall’associazione Climate Art Project, promosso da Roma Culture e vincitore dell’Avviso Pubblico Eureka!, è parte delle azioni previste dal Contratto di Fiume Tevere e realizzato in collaborazione con una fitta rete di partner artistici e scientifici tra cui, oltre a quelli sopra citati, il MAXXI, l’Azienda Speciale Palaexpo, le Fondazioni Baruchello e smART, Arpa Lazio, Agenda Tevere, CSA-Semi di Comunità e Joint Cultural Initiatives.

«Creare un network tra il mondo della ricerca, quello culturale, con i musei e le fondazioni d’arte, l’associazionismo e i gruppi di attivisti legati al territorio, permette di compiere delle operazioni che sono tra arte, scienza e campagne ambientaliste. I progetti locali che scaturiscono da una rete così consolidata assicurano continuità alle azioni che si compiono e hanno la specificità di durare nel tempo», ha spiegato Andreco.
Il progetto Flumen è iniziato l’anno scorso con sei incontri in cui alcuni gruppi di cittadini hanno analizzato le acque dell’Aniene e del Tevere, confrontando poi i risultati della raccolta dati partecipata con quelli dell’Arpa. La scarsa qualità dei due fiumi è emersa prendendo in considerazione alcuni macrodescrittori, che hanno denotato un’abbondanza di nitrati derivata dalle attività umane quali l’agricoltura intensiva e una crescita incontrollata delle alghe come conseguenza della bassa concentrazione di ossigeno disciolto. E’ da questi dati che si è dipanata poi l’azione di rivendicazione per la salvaguardia del parco fluviale come spazio vitale della città e si è trasformata in performance artistica affinché avesse maggiore forza.

Andreco ha creato delle bandiere con i percorsi fluviali del Tevere e dell’Aniene che nel momento della piantumazione degli alberi dell’Aula Verde sono state trasportate sul posto da gruppi di cittadini, caricando il momento di significato simbolico. «C’è una parte di ricerca con persone molto esperte e con dati solidi, e poi c’è il lavoro dell’artista. Tutta la mia arte è un omaggio alla natura. Attraverso un linguaggio simbolico che si ispira ai rituali dionisiaci del passato, ma senza copiarli, cerca di prendere quel comune denominatore che lavora sulla suggestione e l’empatia, per passare alla pratica performativa. Il rituale collettivo con le bandiere degli spazi verdi e dei fiumi permette a chi partecipa di immedesimarsi nella natura, di sentirne l’appartenenza in quanto esseri viventi e di creare con essa un rapporto simbiotico di mutualismo. Marc Augé parla dell’opera d’arte come di un nuovo inizio: l’idea è quella che dopo aver preso parte a una sorta di rituale iniziatico il presente non è più come prima», racconta Andreco, spiegando che le persone che hanno partecipato all’Aula Verde sono rimaste molto colpite e come la sacralità restituita al luogo e al momento dell’azione faccia sì che l’opera sia curata nel tempo e da più cittadini. La partecipazione della collettività alle opere di arte pubblica attraverso la citizen science messa in pratica durante l’analisi delle acque e l’esperienza diretta del corpo coinvolto nella performance, sono parte di quel linguaggio multidisciplinare usato dall’artista anche attingendo a diverse tecniche e che ha più volte rivendicato come necessario per immaginare futuri possibili e percorribili. Il progetto Flumen, pensato come un format che può essere esportato e utilizzato da altri gruppi di persone con l’aiuto di Andreco, ha lo scopo di accrescere la consapevolezza che i cambiamenti climatici e la crisi ambientale in atto possono essere affrontati senza farsi sopraffare dall’enormità di un problema che può portare all’inazione, non rinunciando a coglierne la complessità come spesso avviene invece per esempio nelle numerose operazioni di green washing messe in atto dai grandi gruppi finanziari.

«Come ricercatore mi ha sempre interessato passare dalla teoria alla pratica, perché credo che l’esempio valga più di mille parole. L’aula verde è la climate action; è il fare. Le persone spesso si sentono perse di fronte alla crisi climatica: io credo invece sia fondamentale far vedere che attraverso la partecipazione e partendo dal basso è possibile passare all’azione».

https://ilmanifesto.it/laula-verde-dellartista-andreco-tra-scienza-arte-e-climattivismo/

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