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Un gruppo di artisti, curatori, teorici, attivisti e operatori d’arte,
https://instituteofradicalimagination.org/2022/09/09/art-for-radical-ecologies/amp/
negli ultimi due anni si incontra durante i campi sul clima e altre iniziative per scrivere:
Manifesto dell’Arte per le Ecologie Radicali

ART FOR RADICAL ECOLOGIES MANIFESTO

Nel manifesto alcune riflessioni sui principali temi legati all’arte e all’ecologia oggi.

ARTE PER LE ECOLOGIE RADICALI MANIFESTO
1/ L’arte è parte del mondo. L’arte per le ecologie radicali fa parte delle lotte per cambiarlo.
2/ L’arte è una promessa di altri mondi, ma è nel mondo attuale che le promesse devono essere mantenute partecipando alle lotte per la sua trasformazione.
3/ Il nuovo materialismo e il materialismo storico agiscono insieme contro lo sfruttamento e il dominio. La speculazione apre alla possibilità di diventare una pratica sociale controegemonica, altrimenti è neutralizzazione e cattura.
4/ Nel nostro attuale crollo ambientale, la condizione necessaria per l’autonomia dell’arte è la sua autonomia dall’apparato neoliberista-estrattivista. Gli operatori e le istituzioni artistiche devono riflettere sulla propria posizione e agire di conseguenza.
5/ Art for Radical Ecologies è abolizionista, contro la repressione poliziesca, il fascismo, il razzismo, il colonialismo e il genocidio. È radicato nelle voci degli oppressi ed è il nostro respiro di liberazione.
6/ Il soggetto rivoluzionario non è solo umano. Le alleanze trasversali e interspecie possono agire potentemente contro ventriloquismi, dualismi e altre gerarchie.
7/ L’Arte per le Ecologie Radicali rende visibili le vulnerabilità e la precarietà umana e non umana e se ne prende cura.
8/ Smantellare le basi del privilegio coloniale in quest’era di collasso ambientale e democratico è fondamentale. L’arte per le ecologie radicali apre uno spazio contro la contesa e la detenzione di esseri umani migranti e non-umani.
9/ Le lotte sono interconnesse, perché lo sono anche le oppressioni. L’estrattivismo ideologico e materiale che abusa della vita come risorsa, mezzo o prodotto deve finire adesso. Nella vita condivisa la liberazione è totale.
10/ La fine dei fossili è la priorità. Ogni complicità con il biocapitalismo, l’industria estrattiva e il greenwashing finanziario all’interno e all’esterno delle istituzioni artistiche deve finire.
11/ Art for Radical Ecologies o è anticapitalista oppure non lo è. Il capitalismo è il motore del degrado ambientale. Non esiste un capitalismo sostenibile. Il tecnosoluzionismo e il riformismo di transizione sono una stronzata.
12/ Art for Radical Ecologies sostiene le tecnologie che liberano la vita umana e non umana e non perpetuano lo sfruttamento del lavoro produttivo e riproduttivo.
13/ L’arte per le ecologie radicali è generativa ma antiproduttivista. Abbraccia la decrescita e moltiplica domande, terminologie, connessioni e scenari.
14/ Le istituzioni artistiche finanziate dalla filantropia tossica devono essere abolite. Anti-musei e alter-istituzioni sono le forme che adottiamo per l’immaginario comune istituente.
15/ Come lavoratori dell’arte abitiamo spazi di razza, classe, privilegio di genere e subordinazione. Siamo dalla parte di coloro le cui libertà sono minacciate. Rivendichiamo la libertà di parola e ci opponiamo alla censura.
16/ La distopia è un privilegio. Basta con i discorsi apocalittici, non è la fine del mondo, ma del capitalismo globale e dei suoi immaginari tossici. L’arte ripara le temporalità e libera il futuro, aprendo orizzonti oltre il realismo e il catastrofismo capitalista.

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