Il CULTO DELLE PIETRE – SCULTURE PERMANENTI – ORIOLO

STONE CULT

Il Culto delle Pietre
Opera permanente di Andrea Conte ( Andreco Studio )
presso l’Area della Fontana Vecchia, Oriolo Romano
A cura di Cantieri d’Arte

Nel 2023 è stato inaugurato a Oriolo Romano il progetto di recupero dell’Area della Fontana
Vecchia, promosso dall’Amministrazione comunale con il sostegno della Regione Lazio
nell’ambito dell’Avviso Pubblico destinato ai Piccoli Comuni “Un paese ci vuole”.
Il progetto ha previsto il recupero della fontana di origine cinquecentesca, una tra le prime
opere pubbliche minori della storia di Oriolo e dell’area circostante, con la realizzazione
anche di un complesso scultoreo di Andreco, a cura di Arci Viterbo/Cantieri d’Arte.
L’intervento sulla fontana ha previsto il trattamento superfici lapidee e intonaci, il ripristino
del flusso idrico, la sostituzione di parti non originali con pietre di recupero.
I lavori sono stati preceduti da saggi archeologici che hanno riportato alla luce un bottino
originario del XV-XVI sec.
L’importanza storica di questa area come luogo di approvvigionamento idrico per il territorio
ha portato l’artista invitato da Cantieri d’Arte, Andreco, a riflettere sulla centralità dell’acqua
come risorsa fondamentale da preservare e gestire. Per questo il suo intervento “Il culto
delle pietre” realizza uno spazio contemplativo, in cui immergersi per stare in questo
paesaggio, per “farsi paesaggio” in dialogo con tutti gli esseri che lo abitano. Le sculture
dislocate nello spazio su lastre ovali di corten, creano un ritmo, una specie di danza di
tensioni contrapposte con i volumi scolpiti che richiamano a forme minerali, ad una geologia
immaginaria che ci porta simbolicamente a riflettere sulle problematiche della scarsità
dell’acqua, a stare a contatto con i problemi e con le trasformazioni in atto.
In tutte le culture antiche la divinità dell’acqua è celebrata come fonte di vita, madre di ogni
essere. Andreco concepisce il suo intervento come uno spazio rituale, evocativo di un culto
immaginifico, del non umano, in cui c’è uno svelamento di forme sotterranee, divinità ctonie,
in cui fluido e solido si mischiano e si compenetrano.
In effetti si tratta di immagini aperte a diverse interpretazioni, misteriose, rese dall’artista
simbolo di un tributo all’acqua e alla necessità di agire per salvare la terra.
Il progetto è stato diretto dall’Architetto Roberta Postiglioni e ha visto l’intervento
dell’Archeologa Roberta Ferrini, della ditta Bergamini e la cura del progetto artistico da parte
di Arci Viterbo/Cantieri d’Arte.

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